Natale in casa Cupiello è un classico della tradizione napoletana scritto dal grande Eduardo De Filippo nel periodo del dopoguerra. Va in scena al Teatro Parioli di Roma con Luigi De Filippo, nipote di Edoardo.
Luca Cupiello, come ogni Natale, prepara il presepe, fra il disinteresse della moglie Concetta e del figlio Tommasino che gli ripete che a lui il presepe non piace. Ci sono poi i continui litigi tra il fratello di Luca Pasqualino e Tommasino che si ritiene innocente quando lo zio lo accusa di aver rubato qualcosa. Ninuccia, l’altra figlia, ha deciso di lasciare il marito Nicolino per l’amante Vittorio, e di scrivere una lettera d’addio; Concetta, disperata, riesce a farsela consegnare. Il messaggio arriva però nelle mani di Luca che, ignaro di tutto come al solito, la consegna al genero, che viene così a sapere del tradimento della moglie. Durante il pranzo della vigilia di Natale, i due rivali, si scontrano violentemente. Nicolino abbandona Ninuccia e Luca, una volta reso conto di ciò che era accaduto, cade in uno stato d’incoscienza. Nel finale, Luca scambia Vittorio per Nicolino e fa riconciliare involontariamente i due amanti; e Tommasino gli dirà finalmente che il presepe gli piace.
Lo spettacolo è diretto da Luigi De Filippo che nel ruolo di Luca Cupiello, pur avendo ben 86 anni, è stato bravissimo e mi ha ricordato nelle movenze lente e nella voce pacata lo zio Eduardo. Anche l’attrice che interpreta il ruolo della moglie di Luca Cupiello è stata molto brava mentre, gli altri attori, forse perché con poca esperienza, non mi hanno entusiasmato. I vestiti ricordavano proprio quelli dell’epoca in cui è ambientato lo spettacolo. Le luci non hanno avuto un ruolo fondamentale durante l’interpretazione, l’unico cambiamento luminoso è stato all’inizio quando Concetta apre la finestra. In quel momento le luci mi hanno dato l’impressione che la stanza si stesse illuminando con la luce del sole. Gli attori erano senza microfoni ma si sentiva lo stesso molto bene anche stando nel posto più lontano della platea.
Lo spettacolo, molto ben organizzato, mi è piaciuto molto e consiglio vivamente a tutti di andare a vederlo anche perché è la prima volta che un De Filippo reinterpreta la parte di Eduardo. In precedenza Luigi aveva fatto solo il regista di questa storia e solo quest’anno si è sentito pronto per interpretare la parte che era stata precedentemente interpretata dallo zio Eduardo. Inoltre, questa versione mi è piaciuta di più perché risulta più snella rispetto a quella originale ed è quindi più adatta ad un ragazzo della mia età. Più facile da comprendere e da seguire. Infine, emozionante è stato il momento in cui il maestro De Filippo, rivolgendosi a tutto il pubblico, ha ricordato che in sala erano presenti alunni dell’Istituto Massimo e che anche lui, all’età di dodici anni, ne era stato alunno. Tale accenno ci ha resi ancora più fieri di farne parte, ha irrobustito il nostro senso d’appartenenza e ci ha regalato la speranza che, come lui, un giorno, porteremo nel mondo la nostra scuola.
Giacomo Brancaccio 3B
Camilla Ceoldo 3B
P.s. A voler per forza essere pignoli, un difetto che ho notato è stata la sottovalutazione di diverse scene e battute ritenute molto importanti nella stesura originale facendo perdere leggermente di spessore lo spettacolo.