La spessa linea Rossa
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” scriveva Lavoisier in un teorema a noi molto noto per le sue applicazioni in campo chimico-fisico. Questo concetto è
altresì applicabile alla cultura cinese, la cui evoluzione abbiamo toccato con mano oggi, visitando la Città Proibita e Piazza Tienanmen. Difatti i luoghi, separati solamente da pochi metri di sede stradale, rappresentano il contrasto tra le ideologie che hanno caratterizzato lo scenario cinese negli ultimi mille anni: da una parte l’antico sistema imperiale, dall’altra la recente Repubblica Popolare di stampo Maoista. Il primo era caratterizzato da una gerarchia ben definita che collocava ogni singolo individuo in un posto specifico nella piramide sociale creando una pace sociale grazie a un senso di appagamento individuale, mentre il maoismo poneva e pone tuttora uno squilibrio sociale, attraverso la formazione di una nomenklatura egemone di ispirazione sovietica, e un ordine sociale causato dalla mancanza di concorrenza e rivalità e tra lo Stato e i cittadini e tra i cittadini stessi.
In tutto ciò prevale il Rosso: Rosse le mura della città, Rosse le bandiere della Repubblica Popolare, Rosso il sangue versato in entrambi i periodi, Rosso il filo che li unisce.
Questo filo trova il suo gomitolo nel tema del segreto e del proibito, presente in ambedue i regimi, che, portando a numerose riscritture della storia e della geografia, come dimostrato dalla predominante presenza del Mausoleo di Mao (copyright Lenin) da noi denominato Maosoleo, da sempre plasma e sempre plasmerà a piacere le menti delle classi più basse.
Stanchi per l’intenso lavoro, chiudiamo la giornata all’ insolita ora delle 22:47 (ora locale), ben prima dell’alba.
I Superstiti: Federico Rosa, Giacinto Boccia, Riccardo Rubis Passoni